Il Fascino di Finibus Terrae

…La tradizione vuole che San Pietro, reduce dall’Oriente, abbia cominciato la sua predicazione in Italia da Leuca. La leggenda vuole anche che l’Apostolo, colpito dalla bellezza quasi metafisica del luogo, abbia preteso che a Leuca ci si rechi almeno una volta, o in vita o in spirito dopo il trapasso, quasi fosse un’anticamera per accedere al Paradiso: questa lingua di terra protesa nell’infinito non suscita forse un desiderio di contemplazione?”

Leuca: Fascino Mito e Leggenda

Leuca comprende l’antico Promontorio Japigio che divide il mare Jonio da quello Adriatico.
L’etimologia del suo nome, dal greco Leucos (bianco, splendente), richiama il caratteristico splendore del suo ridente paesaggio. Esposta a mezzogiorno, è racchiusa tra le ultime propaggini delle Serre salentine, terminanti con Punta Ristola e Punta Meliso.

Il territorio di Leuca è stato ed è attualmente campo di ricerca per paleontologi, archeologi e storici. Diversi scavi, a partire da quelli effettuati da U. Botti nel 1871, hanno evidenziato insediamenti della cultura di Serra d’Alto e della cultura di Diana, villaggi e reperti dell’Età del Bronzo e reperti del musteriano. Ma già il Neanderthaliano ha lasciato i segni della sua presenza, come testimoniano alcuni resti umani rinvenuti nella Grotta del Bambino. Non meno interessante della preistoria è la storia di Leuca.

I punti di riferimento obbligati di questa storia sono: il Santuario pagano messapico-greco-latino della Grotta Porcinara, situata verso la Punta Ristola ad ovest; ed il Santuario pagano e poi cristiano sul Promontorio di Punta Meliso (l’antica Akra Japigia). Nella Grotta Porcinara si trovano ancora iscrizioni in greco e in latino scritte dai naviganti che, doppiando il Capo di Leuca, si fermavano o si rifugiavano nel suo porto, di cui la Porcinara e la vicina Grotta del Diavolo costituivano l’area sacra. In questo Santuario, a partire dall’VIII secolo a. C. si venerava il dio Batios (Giove) e, in seguito, la dea Venere e la Dea Fortuna. Più ricco di testimonianze storiografiche è il Santuario sito sul Promontorio di Punta Meliso, dedicato al culto della Vergine SS. fin dai primi secoli del cristianesimo, come è testimoniato dalla tra- dizione orale e scritta. Sul luogo dove sorgerà il Santuario cristiano, esisteva già un tempio pagano dedicato alla dea Minerva. Lo storico greco Strabone scrive: “ Presso i Salentini vi è un tempio dedicato alla dea Minerva, una volta assai ricco, su una roccia che viene chiamata Promontorio Japigio”. Di questo tempio pagano si conserva ancora una parte dell’ara sacrificale. Certamente intorno a quest’area santuariale nel medioevo sorsero un centro urbano e insediamenti cenobitici, data l’esistenza nelle zone circostanti di laure basiliane. D’altronde non si spiega diversamente l’esistenza della cattedra vescovile, denominata, da Celestino III prima e Innocenzo III poi, “Castrum Leucadense”. André Jacob, storiografo francese, dichiara poco probamente l’esistenza di una città medievale in assenza di testimonianze archeologiche sicure, ma la sede vescovile è giustificata da una fiorente presenza cenobitica. La fortuna turistica di Leuca inizia verso la fine del 1800, epoca alla quale risale la costruzione delle numerose ville gentilizie disseminate nell’insenatura del lido, denominato Marina di Leuca. Verso la fine del 1700 si verifica un lento e progressivo insedia- mento lungo il litorale compreso tra le due punte estreme di levante e di ponente. A partire da questa data cominciano ad essere costruite abitazioni e vil- lette, dove la piccola nobiltà e la ricca borghesia salentina trascorrevano le vacanze. Queste abitazioni e ville, costruite con perizia estrosa e raffinata, costituiscono la struttura urbanistica intorno a cui si è poi sviluppata nel corso del 1900 l’attuale cittadina, abitata durante l’inverno da poco più di un migliaio di Leuchesi, famiglie di pescatori che dalle vicine Castrignano, Patù e Gagliano, alla fine del 1800 si trasferirono a Leuca per custodire le ville nell’inverno e per dedicarsi alla pesca, la quale, oltre al turismo balneare e religioso, rappresenta l’attività principale degli abitanti del luogo.

Il Santuario di Santa Maria di Leuca

Il Santuario della Madonna di Leuca o De Finibus Terrae è situato sul Promontorio Japigio, l’antica Akra Japigia. Costruito sulle rovine di un tempio pa- gano dedicato alla Dea Minerva, fin dall’antichità è stato un centro cristiano di culto per tutto il Salento, punto di riferimento di eremiti, come testimoniano le grotte e laure, ma anche frequentato da uomini illustri, santi, pontefici, crociati e da folle di pellegrini provenienti dall’Italia e dall’estero. Il tempio originario è stato distrutto e le successive ricostruzioni hanno subito analoga sorte a causa soprattutto delle incursioni saracene del periodo medievale e di quelle turche in seguito. Per questo motivo il Papa Giovanni XXII decise di trasferire nel 1333 la sede vescovile da Leuca ad Alessano.

Nonostante i saccheggi e le distruzioni è stato più volte ricostruito. L’attuale Santuario è il sesto e risale al 1700, rifatto dal vescovo di Alessano Mons. Gian- nelli. Ha la forma di croce latina, al centro vi è l’altare maggiore e il quadro della Madonna dipinto da Palma il Giovane. Ai lati sono posizionati altri sei al- tari minori, dedicati ad alcuni santi che l’hanno visi- tato, alla Sacra Famiglia e a S. Pietro, che la tradizione vuole, come riportato da una lapide situata all’entrata, sia stato colui che nel 43 d.C., passando da Leuca per recarsi a Roma, cristianizzò la popolazione e il tempio. Il quadro della Madonna posto sull’altare maggiore è l’effige oggetto della venerazione dei fedeli. È la riproduzione eseguita dal pittore veneziano di un altro dipinto, andato distrutto durante un’incursione e ricostruito integralmente da una tela del Cunavi posta alla destra dell’abside sulla parete della cappella del tabernacolo.

Il santuario non è soltanto luogo di culto, ma anche punto di riferimento per opere sociali. Attualmente vi è una casa per anziani e strutture per l’ospitalità dei pellegrini che continuamente lo visitano per acquistare l’indulgenza o per ritemprare le energie dello spirito.

Le Ville

Il fascino di Leuca è rappresentato anche
dalle caratteristiche ville signorili. La prima, la più antica, risale alla fine del 1700, villa Romasi,
ma quasi tutte sono state edificate nella seconda metà dell’800, molto belle e ricche di storia.
Nel 1868 vi erano ancora solo dieci ville, l’anno successivo erano già 15. Alla fine del secolo
ne contiamo oltre 50.
Le prime sedici ville erano tutte in stile toscano, con intarsi a merletto, ma che non presentavano particolari decorazioni anche perché gli architetti di queste prime ville erano soprattutto dei maestri che lavoravano su modulo, come mastro Vincenzo Torsello, mastro Eliseo Stasi, mastro Michele Rizzo. È dal 1874 (da quando furono progettate
da ingegneri) che le ville cambiano volto.

Sono oltre dieci gli stili che le caratterizzano: lo stile ionico, quello gotico, francese, toscano, pompeiano, risorgimentale, moresco, arabo, secentista, cinese. I principali architetti dell’epoca erano:
G. Ruggeri, Carlo L. Arditi, Achille Rossi.
Una Villa di rispetto doveva avere la chiesetta di famiglia, il pozzo, un ampio giardino con pini centenari e palme, armonizzata con il verde della macchia mediterranea.
Le Ville presentano diversi stili architettonici: si può ammirare il liberty della villa Meridiana, chiamata così per la caratteristica meridiana posta sulla fac- ciata; l’arabesco della villa Daniele; il pompeiano e jonico delle ville Fuortes; il fiabesco della villa Mellacqua; il liberty di villa De Francesco-Licci; il cinese della villa Episcopo e altri stili, come quelli di villa Pia, villa Sauli, villa Stefanachi ed altre.

Il Faro e la Cascata Monumentale

È un vero e proprio balcone sul Mediterraneo il piazzale del Santuario della Madonna De Finibus Terrae.
A dominare il grande piazzale è il bianco faro, uno dei più importanti fari d’Italia (alto 48 metri), sul limite del promontorio di Punta Meliso, a 102 metri
sul livello del mare. Realizzato nel 1866, produce
un fascio di luce che può essere visibile
fino a 40 chilometri di distanza.
Dal piazzale della Basilica si apre uno straordinario pa- norama azzurro su cui spiccano il porto e il borgo di Leuca. Per raggiungerli a piedi, si può scendere attraverso la doppia rampa di scalinate (270 gradini) che, digradando lungo il pendio della collina, fanno da argine alla Cascata monumentale dell’Acquedotto Pugliese. La scenografica cascata è stata realizzata nel 1939 per celebrare l’arrivo dell’acqua nel Salento, ma per lunghi anni è stata attivata solo in rare occasioni. Dal 2015 una speciale illuminazione artistica ne ha elevato il suo fascino notturno, ma continua a essere accesa molto sporadicamente. Ai piedi della Cascata c’è una piazzetta sulla quale si erge una Colonna Romana monolitica, donata da Mussolini per celebrare l’evento. Da qui è poi facile superare il porticciolo e raggiungere il lungomare.

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